
MAGAZZINO ARTI SCENICHE PRESENTA
COLLETTIVA FOTOGRAFICA – dalla selezione di scatti del 1° CONCORSO MAS
INAUGURAZIONE DOMENICA 23 FEBBRAIO ORE 17:00
Un momento di arte e cultura per amanti di fotografia
VIA ARMANDO QUADRI 2/E BOLOGNA
Non ci sono regole per una buona foto, ci sono solo buone fotografie
Ansel Adams
In cosa consiste
Dalla selezione degli scatti che più ci hanno colpito ed emozionato siamo lieti di presentarvi una mostra fotografica che è un percorso nella realtà di tanti artisti con stili, approcci e generi anche molto diversi tra loro.
In questa collettiva di fotografia sarete trasportati in mondi diversi che ci ricordano quanto la fotografia possa spaziare.
Troverete un mondo in bianco e nero, a volte malinconico, a volte moderno, a volte misterioso e talvolta analogico.
Sarete trasportati in paesaggi ammalianti, colorati, plastici ed incontaminati ma anche in scende di vita reale, caotica, esagerata e frastornante.
Ci verranno prospettati degli spaccati di realtà fortemente italiani e non, ma verremo trasportati anche molto lontano da scatti di viaggi oltre i confini del mondo occidentale in cui viviamo.
Troveremo uno studio della luce affascinante e misterioso che crea immagini di una bellezza estrema ma che lasciano spazio all’immaginazione dell’osservatore.
Lasciatevi trasportare in un percorso fotografico eterogeneo che non esclude nessun tipo di espressione fotografica, che si apre alla diversità per esaltare la bellezza di ciascun mondo.
Dove e quando
L’inaugurazione si terrà Domenica 23 Febbraio alle ore 17:00 al MAS – Magazzino Arti Sceniche in via Armando Quadri, 2/e.


GLI ARTISTI

Marcello Frontini
1° CLASSIFICATO 1° CONCORSO FOTOGRAFICO MAS
Marcello Frontini (Brasile, 1991) è un fotografo professionista con base in Italia. Cresciuto a Bologna e laureato in Ingegneria Edile-Architettura, cerca da sempre un equilibrio tra le sue due anime, una creativa e l’altra razionale.
Per sei anni ha vissuto a Montréal, dove ha coltivato la sua passione fino a trasformarla in una professione. Oggi si dedica tanto alla fotografia digitale quanto a quella analogica, lavorando in ambito architettonico e commerciale.
La fotografia è il suo modo di mettere in ordine il mondo.



Questa serie è stata scattata a Montréal tra il 2021 e il 2022, durante un periodo di immersione nella fotografia di strada. La ricerca di ombre profonde e fasci di luce netti ha permesso di creare immagini minimali ma evocative, in cui le figure umane diventano silhouette fugaci all’interno di uno spazio urbano quasi astratto.
L’architettura, con le sue linee e superfici, non è solo uno sfondo, ma un elemento attivo e centrale di ogni scatto, e ne struttura e guida la composizione. Le zone d’ombra estese e profonde, isolando i soggetti e amplificando il contrasto tra luce e buio, fanno sì che il vuoto sia una parte essenziale che definisce il ritmo dell’immagine. Queste fotografie rappresentano un modo personale di osservare la città: non come un semplice scenario, ma come un organismo in costante mutazione, scolpito dalla luce e attraversato da presenze effimere.

Federica Lamagra
2° CLASSIFICATA 1° CONCORSO FOTOGRAFICO MAS
Federica Lamagra nasce a Napoli nel 1986. Si avvicina alla fotografia per caso, e nel 2013, segue il primo corso di fotografia a Napoli, nella scuola MOMAPHOTOGRAPH del fotografo Marco Monteriso. Nel 2015, frequenta il corso di fotogiornalismo presso il Centro Culturale UPNEA con i maestri Roberto Stella e il fotoreporter de “Il Mattino” Sergio Siano, e al termine dell’esperienza espone il suo primo reportage, un lavoro sul quartiere del Rione Sanità.
Successivamente, nel 2018, studia fotografia analogica e digitale presso il Centro di Fotografia Indipendente , con i docenti Mario Spada , Biagio Ippolito e Luca Anzani, durante il quale sviluppa il progetto “Giulietta”. Nel 2020 partecipa ad un seminario di fotografia documentaria e paesaggistica curato da Massimo Siragusa per Officine Fotografiche di Roma.
A tutt’oggi continua il suo percorso fotografico con particolare interesse sui temi legati al sociale.

Scusate il ritardo è uno degli slogan utilizzati dai tifosi del Napoli per ironizzare su uno scudetto che a Napoli mancava da 33 anni. L’immagine è stata scattata proprio il 4 maggio 2023 ai Quartieri Spagnoli, una data che resterà impressa nella memoria di tutti napoletani, perché la squadra del Napoli viene proclamata “Campione d’Italia”. Quel giorno sin dalle prime ore del pomeriggio la gente iniziava a radunarsi in strada, nelle piazze, nei bar per assistere alla partita decisiva e festeggiare tutta la notte. Credo che la gioia, la commozione di quel momento si possa riassumere in questa immagine.

Francesco Mammarella
3° CLASSIFICATO 1° CONCORSO FOTOGRAFICO MAS
Francesco Mammarella (Castel Frentano, 1984) nasce e cresce Abruzzo in un piccolo paese di collina circondato dalle montagne e dal mare. Persegue gli studi universitari prima a Perugia e, successivamente, a Bologna, approfondendo le sue conoscenze sull’arte medievale. La passione per la fotografia gli viene tramandata dal padre, fotografo per diletto, che nel corso dei decenni è riuscito a raccogliere una incredibile collezione di scaI di famiglia, di cui Francesco è estremamente geloso. Dopo aver sperimentato diversi stili artistci, Francesco ha trovato il suo equilibrio espressivo attraverso una fotografia semplice e pulita, in cui molto spesso è la natura a occupare un posto centrale. L’interesse per antichi riti e tradizioni popolari, è un altro aspetto che torna spesso negli scatti di Francesco, il quale cerca di unire nelle sue fotografie senso estetico e patrimonio antropologico. Dedito a qualunque forma artistica figurativa, ha progettato, e realizzato lungo tutto il terreno nazionale, numerosi eventi artistici e culturali, spaziando dall’utilizzo del video alla fotografia, e curando pubblicazioni storico-artistiche. Attualmente lavora nel mondo della scuola, dove con passione cerca di trasmettere ai giovani il senso della bellezza e del fare arte nella società contemporanea.



Lo scatto presentato al MAS, realizzato nell’estate del 2024, vuole mostrare l’imponenza delle montagne dolomiche, simboleggiata dai millenari dirupi e ripidi canaloni. Qui non è contemplata la presenza dell’uomo, irrilevante rispetto alle creste montuose, silenziose protagoniste di uno spettacolo che mette in scena lo scontro formale e luministico tra le profonde pieghe e gli appuntiti picchi. Sono lontani i rumori della città e la frenesia della vita urbana: su tutto domina la calma, e così torna il tempo per riflettere sui bisogni veramente necessari alla vita dell’uomo. Gli altri paesaggi presenti in mostra, invece, benché simili nella composizione, possono offrire spunto differente di lettura. La collinetta da poco arata (Basilicata 2022) rappresenta la capacità dell’uomo di poter creare paesaggi armoniosi, anche grazie al duro lavoro nei campi: la terra vi appare come pettinata con meticolosa attenzione. Come nella fotografia delle montagne, anche qui appaiono le nuvole, fondamentali protagoniste nelle fotografie di Francesco, in quanto necessaria controparte della bellezza della terra. Se le foto fin qui proposte si palesano per un marcato bianco e nero, o per l’uso di pochi colori (giallo, azzurro e bianco), il terzo paesaggio si caratterizza per la ricchezza cromatica di toni caldi e freddi, che riempiono lo spazio della fotografia in una idilliaca raffigurazione agreste. Fulcro dell’immagine sono i calanchi (Abruzzo 2024), anch’essi piccole catene sabbiose di un paesaggio formato dai più svariati elementi naturali, ognuno con la sua tonalità di colore, ognuno a formare un tranquillo momento di pace nel silenzio della vita contadina. L’ultima fotografia presente in mostra è sicuramente quella più personale dell’autore, poiché ritrae le mani rugose della madre. Ma soffermandoci a ragionare, percepiamo che i veri protagonisti di questo scatto sono “il tempo” e “lo spazio”, in quanto identificativi di un ricordo in cui una madre, tanti anni prima, teneva sulle ginocchia una piccola creatura appena nata.

Loredana Tavernese
MENZIONE SPECIALE MIGLIORI SCATTI STILL LIFE
Vive a Bologna dove attualmente svolge la sua professione di odontoiatra; precedentemente grazie alla laurea in Biologia ha svolto attività di ricerca all’Università di Bologna nell’ambito delle neuroscienze. Nata in una famiglia di artisti da subito ha sviluppato un interesse per le arti visive, da circa 5 anni si è appassionata alla fotografia che pratica oltre alla sua professione.



Questo progetto fotografico è nato durante il periodo del Covid-19, in un momento di isolamento forzato, lontana da tutto e da tutti. Mi sono ritrovata in uno stato di sospensione, un’oziosa dissoluzione, in cui il tempo sembrava appiattirsi in una sorta di eternità, mentre la mente, con una lucidità inaspettata, si soffermava su frammenti del mio passato. In quel silenzio imposto, i ricordi hanno preso vita: persone, episodi, oggetti e dettagli di un’esistenza vissuta sono riaffiorati con forza, reclamando attenzione. È stato allora che ho deciso di prendermi cura di quei ricordi, di non lasciarli svanire nel tempo, ma di custodirli e trasformarli. Questo progetto è il risultato di quel processo intimo e creativo: ogni immagine è una sintesi visiva di un ricordo, una persona o un evento che ha lasciato un segno indelebile nel mio essere e che, in qualche modo, ha contribuito a plasmare chi sono oggi. Le fotografie non sono solo rappresentazioni statiche, ma risonanze emotive, specchi di un vissuto profondo. Ogni scatto è un dialogo con il passato e con me stessa, un tentativo di immortalare quel fragile intreccio di memoria e identità che mi rende unica. Questo progetto non è solo uno sguardo indietro, ma un viaggio verso la consapevolezza e l’accettazione, un omaggio a ciò che è stato e che continua a vivere dentro di me.
Gli altri artisti in esposizione
ALBERTI VILMA
BOLLEA VALENTINA
CECCHINI MARGHERITA
GARULLI SILVIA
GUALANDI GIACOMO
RENDINE ANDREA
RICEPUTI CATERINA
RONCAGLIA MATTEO
TREGGIARI ALESSANDRO
VANNI SOFIA
VANNINI CHIARA
ZORER MAURO
FACCI SAPERE SE CI SARAI
Dove siamo
Via Armando Quadri 2/E Bologna